L’Associazione ha avviato dei laboratori artistici, manuali e culturali ispirandosi ai principi della pedagogia steineriana. A caratterizzare quest’ultima è il profondo studio dell’essere umano e, quale sua diretta conseguenza, il rispetto delle fasi evolutive del bambino, aspetto spesso trascurato a favore di una sempre più precoce scolarizzazione e intellettualizzazione.
L’educazione e l’istruzione sono gesti polari nella prassi pedagogica: ‘istruire’ significa impartire, portare insegnamenti, mentre ‘educare’ (da educĕre) significa trarre, condur fuori dalla persona ciò che di proprio ha da sviluppare, le sue abilità, i suoi talenti, ma anche le sue qualità morali. Il modo in cui la pedagogia steineriana (dal nome del fondatore dell’Antroposofia, Rudolf Steiner) si propone di attuare queste due prassi è anch’esso ispirato da alcuni principi, i quali prevedono che arte e attività manuali vadano a braccetto con lo sviluppo della parte intellettuale, non solo per rendere più piacevoli e utili le ore di formazione, ma per destare curiosità, vivo interesse e amore per il mondo e per il prossimo. Il saper osservare attentamente le cose, un modo corretto di condurre il ragionamento, la capacità di giungere a decisioni in armonia col mondo ove si vive sono obiettivi che ci proponiamo di sviluppare nei nostri ragazzi.
Attraverso questa pedagogia i maestri cercano di metter cura in ogni aspetto: nei loro gesti, nelle parole, nella preparazione dell’ambiente e in generale nella continua autoeducazione di sè. I bambini e i ragazzi hanno una spinta innata all’imitazione perciò ogni adulto, volente o nolente, incarna un modello per loro: per questo il percorso di coscienza e autoconoscenza degli educatori, così come quello del genitore, è tanto importante, non solo per sè, ma come radice per il futuro e per i bambini e ragazzi che lo formeranno.
“No si trate di un at di virtût ma di professionalitât, di mistîr, parcè che il frut che nô o vin denant nol varà le nestre aculturazion ma al a une sô culture autentiche, siore, uniche, che nô o vin di fâ vignî fûr dal so habitat mentâl, culturâl e storic. Educazion come educere, tirâ fûr ce che al è dentri, plui che formâ, dâ forme, uniformâ, colonizâ. Cuant che il frut al savarà cjaminâ cu lis sôs gjambis e si sintarà sigûr, al podarà frontâ in maniere positive e feconde ancje altris contignûts, altris contescj, altris ricjecis, che si reonzaran al so cence umiliâlu e rapinâlu dal so patrimoni.”
Une scuele pai furlans, Antoni Beline
Nei loro primi 7 anni i bambini vivono nell’atmosfera dell’ambiente che li circonda. Perciò è importante che siano accolti da un ambiente caloroso e familiare e da un adulto che gli offra un esempio di comportamento. In questa età essi sono grandi imitatori dei movimenti, dei gesti e delle disposizioni interiori dell’adulto. Perciò le attività che vengono proposte sono pratiche, fanno muovere la mani, affinando l’abilità del gesto e coltivando la cura nel fare. I bambini possono sperimentare attraverso il disegno, la pittura ad acquerello, i laboratori di panificazione, pasticceria e cucina, il lavoro a cucito e il telaio, l’orticoltura, il modellaggio della cera e la drammatizzazione.
Ampio spazio è dedicato anche al gioco libero e all’aperto, momento che rappresenta il primo approccio alla socialità nella vita, di incontro e scontro con i coetanei. Il primo germe del senso di libertà nasce proprio qui, dall’equilibrio tra il fare quello che voglio e il rispettare i miei compagni. Le regole sono la casa in cui il bambino si muove, con sicurezza e tranquillità.
La ripetitività e ritmicità delle attività, i canti e la venerazione con cui sono vissute le feste dell’anno sono infine la più grande base per uno sviluppo sano del corpo e una crescita armonica del bambino.
Dall’età di sette anni il bambino si apre al mondo con sguardo curioso e pronto ad accogliere ciò che esso gli porta incontro. Gradualmente è in grado di comprendere la realtà nei suoi vari aspetti, mano a mano che la maturazione individuale procede da una tappa evolutiva alla successiva. Perciò è il momento di presentargli esperienze e contenuti conoscitivi volti a sviluppare le sue facoltà. È il momento giusto per dedicarsi ad attività che affinino le forze plastico-pittoriche (pittura ad acquerello, modellaggio, disegno di forme, geometria, ), attività che stimolino le capacità ritmico-musicali (lavori manuali con filati, calcolo, musica e recitazione), attività che coltivino la socialità (lingue straniere), attività che formino la base per il pensiero (matematica, fisica e chimica), attività che fondino la relazione col mondo circostante (storia e geografia, astronomia, zoologia, botanica, geologia, orto/giardino).
Per mantenere un rapporto con le proprie radice è importante uscire sul territorio per conoscere i luoghi da cui e attraverso i quali è sorta la cultura locale.
I contenuti dei laboratori non rappresentano il fine bensì lo strumento attraverso il quale il bambino viene accompagnato nel suo processo di crescita e maturazione, nel quale inizia a prendere forma la sua interiorità. Le tematiche non vengono presentate in modo intellettualistico bensì parlando al sentimento, poiché in questa età il pensiero non è ancora autonomo e astratto e il mondo viene vissuto e conosciuto attraverso le impronte che esso lascia nell’animo del bambino.
La chiarezza, la fermezza e la semplicità con le quali l’animo del maestro porta ai bambini i contenuti si relaziona all’animo del bambino diventano in modo naturale il più importante insegnamento che ne risulta, così che anche i fanciulli imparino con l’esempio a relazionarsi con rispetto e devozione con gli altri esseri umani.
L’insegnamento più prezioso deriva in modo naturale proprio dall’atteggiamento di devozione che il maestro ha nei confronti dei giovani esseri umani che ha davanti, sentimento che in età adulta vive quale forma di rispetto nei confronti di tutti gli uomini, che egli potrà percepire come suoi uguali.
La partecipazione alle attività dell’associazione da parte dei genitori è un elemento fondamentale per il sostegno dell’associazione: il bambino che si sente accompagnato dal genitore nel suo percorso sente il sostegno della comunità educante, sostegno che oggi è assai raramente sperimentabile ma che un tempo era il cuore della vita nei paesi del Friuli.
Oggi l’educazione è in primo luogo una responsabilità della famiglia, che viene condivisa per un certo percorso con gli educatori; per questo motivo è importante che si possa procedere nella stessa direzione, attraverso una condivisione dei valori che gli adulti gli portano incontro.
I bambini per loro natura mettono genitori e maestri di fronte ad alcune condizioni e domande sulla vita e spesso li costringono a trovare delle soluzioni passando attraverso l’accurata comprensione di situazioni o problematiche. Per questo motivo i colloqui tra genitori ed educatori sono dei momenti molto preziosi di condivisione di punti di vista differenti volti a uno scopo comune: sostenere il bambino in una sua esigenza. Questo impegno dell’adulto viene percepito profondamente e fa si che il fanciullo sia aiutato nella sua difficoltà e rafforzato nella fiducia nei confronti degli uomini che lo circondano.